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             alimentazione e salute,

         piante medicinali e velenose

alimentazione
 
Salute amici, quante volte abbiamo pensato e detto che la cosa piu' importante e’ la salute?
Bene, allora il nostro “diario” partira’ proprio da quest’argomento e quindi naturalmente ci domanderemo: da cosa dipende stare in buona salute?
Diversi fattori contribuiscono, l'aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo di cui ci alimentiamo...
Una buona salute dipende anche da un buon equilibrio psicofisico, da quanto tempo dedichiamo al riposo, da quanto tempo spendiamo per attivita’ sociali e ricreative e logicamente da quanto restiamo lontani dallo stress.
L’argomento di cui vorrei parlare fra questi appena citati e’ l’Alimentazione: che piacere mangiar bene, sentire il profumo del cibo, gustarne il sapore...
Affermare che l’Alimentazione contribuisce ad uno stato di buona salute e’ vero, allora entriamo con decisione nell’argomento.
Appena nati c’e’ il latte materno e si puo’ dire che tutto va bene per il piccolo neonato, poi c’e’ lo svezzamento, ossia il graduale cambio dell’Alimentazione dove l’organismo umano conosce altri tipi di sostanze che ci danno l’apporto giusto di vitamine, proteine, fibre, sali minerali... necessari per una crescita sana e completa.
La chiave dell’evoluzione umana passa per la grande varieta’ della nostra alimentazione, segno indiscutibile di una notevole capacita’ di adattamento a situazioni ambientali diverse.
Cosi’ mangiamo di tutto, carne, pesce, uova, frutta, cereali, legumi, verdure, funghi, alghe... insomma l’Uomo e’ naturalmente Onnivoro.
Fatta questa importante precisazione, torniamo al nostro pupo che si avvia alla fase dello svezzamento; la societa’ moderna, industrializzata e sempre piu' concentrata in popolosi agglomerati urbani, considerato che l'Uomo nn e' piu' in grado di procurarsi autonomamente il cibo, ha sintetizzato il fabbisogno nutrizionale di un neonato in un prodotto omogeneizzato, e qui cominciano i problemi: un omogeneizzato e’ buono se il produttore e' serio e onesto, ma chi ci garantisce che nn abbia macellato animali malati, curati con dosi massicce di antibiotici o peggio gonfiati con estrogeni?
Lo stesso vale per la frutta e la verdura, quanti antiparassitari sono stati somministrati e quali trattamenti hanno subito le colture?
Tutto nasce dall'industrializzazione alimentare, dove la trasformazione degli alimenti, lavorati in quantita', sono naturalmente soggetti a deterioramento; automaticamente per risolvere il problema si ricorre ad un massiccio uso di conservanti chimici, antiossidanti, coloranti, stabilizzanti, fungicidi...
Voi direte che io penso a male, ma se qui in Abruzzo ci hanno dato da bere acqua contaminata per anni, come si puo’ aver fiducia su cio’ che ci viene dato da mangiare?
Ovviamente se introduciamo nel nostro organismo fin dalla piu' tenera eta' ogni sorta di veleno presente in quello che mangiamo, respiriamo e beviamo e se consideriamo la sedentarieta' dell'Uomo di oggi, e' normale ammalarsi di malattie sempre piu' rare che prima dell'avvento della rivoluzione industriale nn esistevano!
Alla luce di queste constatazioni, sorge spontanea una domanda, cosa fare?
Semplicemente, se vogliamo stare bene, dobbiamo cambiare stile di vita, ricominciare ad autoprodurre il nostro cibo.
Ma prima ancora di fare questo sara' meglio dare un'occhiata a quello che Madre Natura generosamente ci mette a disposizione, il resto verra' da solo, cosi' e' stato per me e cosi' puo' essere per chiunque...
Viaggio tra le erbe spontanee, il Tarassaco.
 
Se in questi primi giorni di Primavera vi venisse voglia di passare una bella giornata in campagna, nel fare una passeggiata nn avrete nessuna difficolta’ a riconoscere questa bellissima pianta erbacea il cui nome ufficiale e’ Taraxacum officinale Weber ma e’ conosciuta anche con il nome di Soffione o Dente di Leone...
E’ una pianta perenne con caratteristiche foglie lanceolate disposte a rosetta e i fiori sono gialli e si trovano da Febbraio a Ottobre.
Come dice il nome e’ una pianta officinale e in medicina vengono usate le foglie e le radici; nn staro’ qui a dire quanti principi attivi e sostanze contengono, mi soffermero’ piuttosto sull’azione farmacologica: viene impiegata nelle gastriti, nelle costipazioni abituali, nei disturbi epato-biliari, nelle malattie dei Reni, nelle cure depurative primaverili, contro il catarro bronchiale, le emorroidi, l’acne e il diabete.
Esercita un’azione tonica, stomatica, diuretica, depurativa, antiscorbutica, antidiabetica e detersiva.
Le foglie delle piante giovani sono ottime in insalata, consumate crude con un filo di Olio d’Oliva; le radici ( raccolte in autunno) si possono usare in decotti, infusi, vini e liquori medicinali, oppure tagliate a rondelline, essiccate e tritate finemente si usano come succedaneo del caffe’.
Personalmente mi piace cuocere le foglie in poca acqua, condirle con Olio, un pizzico di sale e aglio a pezzettini e gustarla con una bella focaccia calda appena sfornata!
Ottimi anche gli steli freschi ai quali vengono attribuite proprieta’ miracolose contro i calcoli biliari e stimolanti le attivita’ del fegato e della colicisti, questo affermava Maria Treben in una sua interessantissima pubblicazione sull’uso terapeutico delle erbe medicinali.
Se volete veramente divertirvi e trovare grande soddisfazione provate a fare i bottoncini di Tarassaco sott’aceto!
Raccogliete i boccioli ben chiusi, lavateli velocemente e tuffateli in acqua bollente leggermente acidulata con succo di Limone per 3 minuti, quindi scolate e asciugate velocemente su di un canovaccio di cotone.
Quando saranno perfettamente asciutti metteteli in un vasetto di vetro con una foglia di Lauro ed uno spicchio d’Aglio nudo, pressate leggermente e ricoprite il tutto con dell’aceto bianco, meglio ancora se di Mele.
Potete usarli come i Capperi negli antipasti o anche nei sughi a crudo.
Sul Tarassaco ci sono libri interi, in sintesi spero di essere riuscito a stimolare la curiosita’ sull’uso e consumo di questo semplice amico che ha tra l’altro numerosi parenti!
Mi piace passeggiare nel sottobosco in cerca di erbe buone, mi diverto, scopro tante cose nuove e so di procurarmi cibo sano e naturale!
Le piante aromatiche
 
 
Da sempre l’Uomo per insaporire le sue pietanze si e’ servito delle piante aromatiche sia fresche che essiccate.
Certamente esse nn possono mancare nel nostro giardino!
La Salvia, il Rosmarino, il Lauro, il Basilico, il Prezzemolo, la Menta, la Melissa, l’Origano, l’Erba Cipollina, l’Aneto... insomma le piante aromatiche sono tantissime, ognuna profuma il cibo e lo rende + appetitoso, unico e gustoso.
Alcune di queste sono perenni, altre annuali, altre ancora crescono spontanee!
Un arbusto di Rosmarino abbellira’ il Giardino e avremo sempre di che insaporire piatti altrimenti poco gustosi; cosi’ anche la Salvia con i suoi bellissimi fiori, ed il Lauro?
Come si potrebbe cucinare senza? Io lo uso in moltissimi piatti, con le Lenticchie, Patate e Cipolle, le Zuppe di legumi e cereali...
E come si potrebbe preparare d’Estate una fresca insalata di Pomodoro senza Basilico, o una Pizza senza Origano, potrei certamente continuare a lungo...
Per nn dire poi le proprieta’ di ognuna, un vero mondo da scoprire!
Avere a disposizione piante aromatiche durante tutto l’anno e’ anche un grande vantaggio economico: avete mai fatto caso quanto costa al Supermarket una boccettina di Origano o di qualsiasi altra spezia? Almeno 1.50 euro per una trentina di grammi!! Al Chilo fanno 50 euro!!!
Poi ancora, essiccare le spezie e’ facilissimo, si raccolgono e si adagiano sparse su una tela di yuta in un luogo ventilato ma all’ombra, nn si deve fare null’altro, quando saranno ben seccate si sbricioleranno e si metteranno in vasetti con un po’ di sale.
C’e’ sempre da tener presente inoltre il discorso sulla “contaminazione”, nel senso che ben conosciamo quello che autoproduciamo, mentre tutto cio’ che viene dall’alimentazione industriale rimane avvolto nel mistero!
sulle piante velenose...

 

Non tutte le piante sono buone, di moltissime nn se ne conoscono
ancora completamente gli effetti ed altre sono addirittura velenose!
Sicuramente tra queste c’e’ la Cicuta (Conium maculatum L.)
le cui proprieta’ tossiche sono conosciute fin dai tempi piu’ antichi.
I Greci preparavano con i frutti immaturi il veleno
da somministrare ai condannati a morte.
I sintomi di questo avvelenamento sono descritti da Platone (morte di Socrate)
In ogni caso, tutta la pianta e’ fortemente tossica,
foglie e frutti contengono 5 alcaloidi di cui la coniina
e’ il piu’ attivo, svolge un’azione curarica paralizzando
la terminazione dei nervi motori e successivamente i centri midollari.
L’azione esercitata dagli altri 4 alcaloidi non e’ ancora ben nota!
Quindi una pianta da riconoscere subito, per evitare
di confonderla con altre simili della stessa famiglia (ombrellifere)
Anche l’Oleandro ( Nerium oleander L. ) e’ una pianta tossica,
si racconta che durante le guerre napoleoniche, dodici soldati francesi, 
nella campagna spagnola, fecero arrostire della carne
su bastoni di Oleandro e 8 di loro morirono avvelenati!
Un'altra pianta molto velenosa e’ il Maggiociondolo (Cytisus laburnum L.)
della famiglia delle Leguminose, cosi’ come la Ginestra (Spartium junceum L. ),
lo Spino Cervino (Rhamnus catartica L. ) dalle bacche nere,
come anche nere sono le bacche della Belladonna (Atropa belladonna L. )
e cosi’ via, si potrebbe andare avanti a lungo...
In buona sostanza, per chi volesse intraprendere un cammino
di conoscenza dell’universo vegetale, consiglio di farlo
con rispetto e cautela, cercando riscontro sia su libri di Botanica,
sia parlandone con altre persone, confrontando
le esperienze e condividendo le conoscenze personali.
Molto importante e’ educare ed istruire adeguatamente i bambini
che naturalmente, spinti dalla curiosita’, sono portati a mettere
tutto in bocca, e molte bacche velenose sono purtroppo anche molto attraenti...
Sempre bisogna tenere a mente la visione Leopardiana della vita,
dove la Natura e’ Madre generosa e avara Matrigna...
ecologica premessa... 

 

passeggiando per la campagna in una bella giornata di Primavera si possono vedere tanti insetti, piccoli animali e tante piante che nascono, crescono, spuntano qua e la apparentemente senza ordine e logica...
ma non e’ cosi’, c’e’ l’ordine naturale dato dalle caratteristiche delle forme di vita, dalla composizione organica e chimica del terreno, dall’esposizione ai raggi solari, dalla morfologia del territorio, dalla sua quota...
Vari fattori concorrono all’insediamento di una comunita’ di organismi viventi , in una dinamica evolutiva che porta, alla fine di un lunghissimo percorso, ad uno stadio di equilibrio relativo che si definisce stadio di Climax.
Tra i fattori ovviamente c’e’ anche l’Uomo nella sua versione naturale, perche’ la realta’ che viviamo fotografa l’Uomo come elemento di destabilizzazione che con la sua iper-attivita’ industriale e consumistica degrada l’ambiente e favorisce lo squilibrio ecologico...
Viviamo in un ecosistema sempre piu’ fragile e naturalmente esposto a violente quanto improvvise reazioni climatiche con conseguenze disastrose e dolorose.
Viene da chiedersi se c’e’ logica in tutto questo...
...consociazioni...
 
 
La consociazione o coltura mista è un sistema di coltivazione in un ambiente naturale dove piante diverse convivono in armonia.
Questo metodo e’ alternativo alla monocoltura, diffusa nell’agricoltura industriale, possibile solo con l’aiuto di sostanze chimiche e mezzi meccanici per la difesa e la concimazione.
La pratica della consociazione è basata su vari fattori e porta a diversi vantaggi: in un insieme di piante diverse, la struttura del terreno sara’ sicuramente meno compatta e a causa della naturale competizione, insetti, piante infestanti e malattie fungine faticheranno a diffondersi; il terreno non viene sfruttato da una sola coltura e alcune piante rilasciano sostanze utili ad altre. Inoltre si puo’ sfruttare la struttura delle stesse come sostegno naturale a piante rampicanti oppure ombreggianti a colture sensibili ai raggi solari diretto.
Se in molti casi avremo dei vantaggi in altri la consociazione e’ vivamente sconsigliata: ad esempio le Patate non sono adatte ad essere consociate con i Pomodori poiche’ appartengono alla stessa famiglia, quella delle Solanacee, cosi’ come i Piselli con i Fagioli , appartenenti entrambi alla famiglia delle Leguminose. Le Leguminose rilasciano azoto nel terreno utile a piante più esigenti che ne trarranno vantaggio, mentre le Patate hanno bisogno di una buona copertura del terreno ed ecco che gli Spinaci seminati a spaglio possono aiutare.
Le Carote con le Cipolle o Porri si aiutano fra loro nel confondere, con i loro aromi, la Tignola del Porro, la mosca della Carota e della Cipolla.
Alla base dei Piselli e dei Fagioli, possono trovare posto verdure a foglia, bisognose di un luogo più fresco ed ombreggiato o di esser riparate dai venti, mentre i Pomodori e il Sedano con il loro forte aroma confondono la Cavolaia e la mosca dei Cavoli.
Il Majs può essere un buon sostegno per i fagioli a patto che sia una varieta’ robusta e che i Fagioli non siano una varietà molto produttiva e la Santoreggia allontana gli Afidi dei Fagioli.
Il periodo di semina di Ravanelli e Piselli è uguale e tra le file i Ravanelli hanno lo spazio sufficiente per crescere, le Cipolle o l’erba cipollina insieme alle fragole, prevengono molte malattie fungine.
Le indicazioni di consociabilità che troviamo nei vari manuali di orticoltura biologica sono tutte valide però non dovrebbero diventare necessariamente un dogma; sta a noi valutare e decidere quello che è meglio fare, in base alle nostre osservazioni sul terreno, le varietà coltivate, la posizione rispetto al sole e che tipo di orto vogliamo realizzare.
Per esempio io non ho mai sentito parlare di consociazione tra Patate e Fagioli ma a seguito di un esperienza casuale, ho imparato che questa è utile perche’ all’interno dei filari di Fagioli sono nate alcune piante da tuberi rimasti nel terreno dell’anno precedente, regalandomi un inaspettato raccolto di Patate grandi e sane.
Importanti sono anche le piante aromatiche e officinali, la Calendula e il Tagete, ad esempio, allontanano i Nematodi del terreno, la Santoreggia e il Nasturzio l’Afide del Fagiolo.
Inoltre qualsiasi fiore presente nell’orto attira api, farfalle e insetti utili a creare una valida biodiversità.
    
                                                                                                                                                                                  Lore
   ...orto&giardino.

 

Quando in costruire si parlava di come potrebbe essere la casa ideale di chi vuole dare un ritmo naturale alla propria vita, ho badato bene a rimandare qui come dovrebbe essere la “cornice” di quel bel dipinto, considerata l’importanza dell’argomento in questione.
Subito consiglio di cancellare dalla mente la visione del contadino che destina ad orto il retro della casa, un pezzo di terra dove le colture sembrano soldati alla parata nazionale, tutti in fila su terreni dove non spunta un filo d’erba manco a pagarlo e veramente brutto da vedere!
Quello che invece mi piacerebbe far vedere e’ un’altra visione del rapporto dell’Uomo con la Natura ed in questo caso specifico con l’Agricoltura ad uso e consumo personale.
Nasce da queste riflessioni l’idea dell’ orto-giardino, dove la praticita’ delle colture orticole si sposa con la grazia e la bellezza di un Giardino curato e ricco di situazioni suggestive da vivere. 
Ovviamente si capisce subito che se queste sono le premesse, abbiamo bisogno di un progetto che tenga presente alcuni fattori, quali ad esempio, la localita’ geografica, l’esposizione e natura del terreno, l’ambiente circostante, l’estensione, le visuali e le prospettive, le zone d’ombra, fossati naturali e laghetti artificiali, aree per far giocare i bambini, piccole serre e locali di ricovero invernale per le piante, aiuole e prati, pareti da rivestire con rampicanti, bordure, passaggi e vialetti, chioschi e verande, voliere...
Come ora si puo’ ben capire, siamo distanti dall’idea di vita agro-pastorale dei nostri nonni, dove il sudore e la fatica insieme alle scarse conoscenza agronomiche e culturali hanno contribuito non poco all’urbanesimo e peggio ancora all’emigrazione verso stili di vita apparentemente piu’ comodi e gratificanti.
Le nostre attuali conoscenze ci consentono di ideare, progettare e realizzare ambienti agresti fruttuosi e confortevoli, belli da vedere e da vivere, trasformando la vecchia figura del contadino che si spezza la schiena a zappare la terra, in un Giardiniere che ama e cura ognuna delle sue piante come fossero figli di una grande famiglia dalla quale ricevera’ i frutti del suo bellissimo lavoro.
Tutto diventa come un gioco, si creano aiuole dove far crescere bellissime piante di Pomidoro, bordi di vialetti dove vedere fiorire i grandi e gialli fiori delle Zucchine, graticci dove s’arrampicheranno rigogliose piante di Piselli e Fagioli,
orci e anfore ospitare profumatissime piante aromatiche, arbusti di Rosmarino ad ornare un muretto in pietra a secco, ed ancora, alberelli di Lauro, di Mele, di Ciliegie, di Biancospino...
Beh, spero di aver reso l’idea della vastita’ dell’argomento e per esperienza personale posso garantire la soddisfazione ed il divertimento, che veramente ogni fatica fanno sparire...
  il biancospino
 Il Biancospino, Crataegus oxyacantha L. viene chiamato anche Lazzeruolo selvatico ed e’ un arbusto cespuglioso molto spinoso, i fiori sono bianchi ed i frutti sono rossi. Cresce nei boschi e nelle macchie, fiorisce in Aprile-Maggio. I frutti sono stati usati nell’alimentazione umana fin dalle popolazioni preistoriche e in alcune regioni del basso Danubio i frutti seccati e ridotti in farina servono a preparare una specie di Pane. L’uso farmaceutico della pianta e’ raccomandato da Pietro Crescenti ( 1230-1310) contro la Gotta, Gerolamo Bock nel sedicesimo secolo lo consiglia contro le malattie di petto, Boerhaave lo vanta come tonico ma solo dal secolo scorso la pianta e’ stata studiata scientificamente ed ha preso il posto che merita nell’armamento farmaceutico. I fiori contengono un olio essenziale, quercitrina e quercetina ed allo stato fresco trimetilammina che scompare con l’essiccazione. I noccioli delle bacche contengono amigdalina. Nella corteccia si trova un prodotto amaro , la crategina. Il Biancospino e’ un tonico cardiaco, anche se meno potente della Digitale. Il suo impiego e’ utilissimo sia in caso di ipertensione che di ipotensione, nei disturbi locali della circolazione, nelle nevrosi cardiache ,  nell’arteriosclerosi e nell’angina pectoris. E’ un buon anti-spasmodico ed e’ efficace nei disturbi nervosi, nell’insonnia, nelle vertigini e negli stati angosciosi. I preparati di questa pianta si possono usare a lungo poiche’ non danno disturbi di accumulo. A dosi forti , sopra le 100 gocce di tintura,  determina sonnolenza e abbassamento del ritmo cardiaco. La corteccia si usa come febbrifugo. Con i frutti essiccati si prepara un decotto contro l’Albuminuria ma la migliore preparazione e’ la tintura, fiori in alcool ed ha effetti calmanti ed ipotensivi, preso prima di coricarsi e’ un ottimo antispasmodico ipnotico.
Da  PIANTE MEDICINALI E VELENOSE della flora italiana  di S. Viola  ed. artistiche Maestretti 
Istituto Geografico De Agostini, Novara.
il Prugnolo 
Il Prugnolo, Prunus spinosa L. e' un arbusto spinoso chiamato anche Spino nero, Sgancio, Susino selvatico... alto da 1 a 4 metri, comunissimo nei boschi e nelle macchie dal mare alla zona montana in tutt'Italia, isole comprese e fiorisce in marrzo-aprile.  Del Prugnolo si adoperano in medicina i fiori come diuretici e lassativi, la corteccia ed i frutti come astringenti. Con le foglie si preparano tisane depurative ed una specie di the, con i fiori un infuso od un decotto ) 20-30 g in un litro d’acqua  da prendere alla dose di 2-3 tazze al giorno. Il decotto ottenuto con 25 g di frutti maturi per litro d’acqua ( o il succo dei frutti spremuti )e’ ottimo contro le diarree e le dissenterie.
Da  PIANTE MEDICINALI E VELENOSE della flora italiana  di S. Viola  ed. artistiche Maestretti 
Istituto Geografico De Agostini, Novara.

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